Dare e ricevere valore: cosa significa oggi supportare un contenuto?
Voglio invitarti a pensare assieme ai momenti in cui ci soffermiamo su qualcosa e sentiamo che ci ha lasciato dentro un segno.
Non lo diciamo a voce alta, non lo scriviamo nei commenti e non coloriamo quel piccolo cuore che ci chiederebbe solo un tocco.
Semplicemente andiamo oltre.
E non perché non ci sia piaciuto, anzi, è proprio quando qualcosa ci tocca davvero che ci mette in crisi, in attesa, perché ci chiede di restare.
Siamo abituati a pensare che il valore vada dato in cambio, che l’interazione sia un patto, un’adesione che ci espone, una dichiarazione che ci chiede di schierarci; così ci portiamo dietro contenuti che abbiamo amato in silenzio.
Parole che abbiamo letto più volte, immagini che ci hanno fatto compagnia ma a cui non abbiamo mai restituito nulla, perché siamo convinti che il valore si debba dare solo quando c’è qualcosa da ottenere.
Ma forse dovremmo chiederci: da dove nasce davvero il valore? È nel contenuto che ci colpisce o nel modo in cui scegliamo di riconoscerlo?
Perché supportare un contenuto non significa solo condividerlo, non significa solo metterci il nostro nome accanto e neanche solo misurarlo in clic o in numeri. Supportare un contenuto significa sentire che in quelle parole, in quella voce, in quella storia c’è qualcosa che vale e insieme il coraggio di dirlo - anche in piccolo, anche per sé - non per farlo sapere a tutti, ma per non dimenticarlo noi.
E qui, lo dico da chi crea, è un punto che conosco molto bene: perché quando ci si espone, si scrive, si dipinge, si dà forma a un pensiero che ci ha attraversati.
Non si cerca notorietà, ma corrispondenza;
non si spera in un applauso, ma in un riscontro che sia pari al sentimento che ci ha mossi. Qualcosa che ci dica: “non sei l’unica persona a sentirlo”.
Il riconoscimento, allora, non è un trofeo, piuttosto è una carezza che dice: sì, questo quadro, questa frase, questa storia ha lasciato un segno anche in me.
E a chi crea, quella semplice conferma restituisce senso non tanto al contenuto, ma alla verità che ha deciso di condividere.
Supportare diventa così un atto discreto ma potente: non un giudizio, non un atto di consenso, ma una testimonianza di connessione.
Un gesto che dà forma al valore, che lo trattiene, lo amplifica e in un tempo in cui tutto si consuma così in fretta quel gesto piccolo, quella parola, quel segno, è già una forma di gratitudine.
Anche questo merita di essere ricordato.